La Russa: “Sala dimostri di avere la maggioranza sull’urbanistica”. Salvini: “Si torni al voto”

"Posso vantare di far parte di un'area politica che ha rispetto per la magistratura, che ha la capacità di capire che la divisione dei poteri è tale se c'è il rispetto reciproco. Sennò viene meno il sistema democratico". Il presidente del Senato Ignazio La Russa è a Milano, per un incontro a Palazzo Lombardia sui beni confiscati che ricorda anche Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Ed è proprio nel suo intervento, riferendosi ai due nomi simbolo della lotta alla mafia, che fa quello che è un chiaro riferimento all’oggi e alle inchieste sull’Urbanistica che stanno terremotando la giunta Sala e coinvolgendo archistar e costruttori.

"Il rispetto per Falcone e Borsellino va esteso alla magistratura, perché quando si critica un provvedimento o un magistrato, e può essere anche giusto farlo, non bisogna dimenticare chi si è prodigato per combattere la criminalità e chi lo fa ogni giorno silenziosamente. Questa è la visione della destra da sempre. A volte esagerando - ha sottolineato La Russa -. Su Mani Pulite ad esempio non eravamo in grado di vedere le storture e sentivamo solo la necessità di moralizzare un mondo che andava moralizzato. Falcone e Borsellino ci hanno dimostrato che la nostra visione non è sbagliata".

Ieri, dopo la notizia sull’iscrizione anche del sindaco Beppe Sala nel registro degli indagati su quella che ormai è una maxi inchiesta sull’urbanistica milanese, La Russa aveva detto: “Non sono contento che ci sia bisogno della magistratura, sarei stato più contento se autonomamente la politica avesse capito che quel percorso era sbagliato". E a chi gli domandava se il sindaco Beppe Sala debba dimettersi, ha risposto: "Non tocca a me dare... Io non chiedo mai le dimissioni quando inizia un provvedimento, che peraltro non mi pare, non so fino a che punto, riguardi personalmente. Sicuramente la giunta Sala ha dimostrato di non essere adeguata a Milano. Il garantismo non c'entra in questo, io non chiedo le dimissioni per l'azione giudiziaria. Ho detto che il Salva Milano è un "Salva giunta Sala": la giunta Sala dimostri di avere la maggioranza sull'urbanistica. Se non ha la maggioranza su una linea che per Milano è fondamentale, tragga le conseguenze".

Fuori intervento ufficiale, ma parlando con i cronisti, il presidente del Senato ha fatto anche riferimento alla recente nomina di suo figlio Geronimo a presidente nazionale dell’Aci: “Lo eleggono all'Aci e non sanno che io non lo volevo perché mi molla lo studio legale...".

Ieri la premier Giorgia Meloni ha dettato la linea di cautela sulla questione dimissioni del sindaco Sala. Ma altra cosa sono le posizioni dei singoli partiti e, anche, dei fronti locali dei partiti stessi. Così se ieri a Milano i consiglieri del centrodestra hanno messo in scena la protesta plateale nell’aula di Palazzo Marino, chiedendo le dimissioni di Sala, quella stessa parola viene il più possibile evitata dai leader.

Salvini: “Milanesi tornino al voto, per colpa di Sala Milano immobile”

Matteo Salvini, a margine di un evento che lo vede in veste di ministro dei Trasporti, si lancia in un discorso più articolato: “Da milanese, prima che da ministro, sono preoccupato. Sarebbe opportuno che fossero i cittadini a poter tornare a esprimersi. A Sala e alla sinistra che non governa Milano da troppo tempo contesto l'immobilità. La città è ferma, invece di andare avanti torna indietro. Chiedo che i milanesi possano tornare a scegliere una nuova amministrazione, non per le inchieste da cui spero possano uscire tutti innocenti, ma chiedo che Milano torni a correre. Cosa che per colpa di Sala non sta facendo. Non vorrei che la sinistra si chiudesse nel fortino per paura di perdere le elezioni, i milanesi non possono andare avanti altri due anni con una città ferma" ha continuato il ministro.

E quindi? "Io dico al sindaco di fare quello che la coscienza gli dice di fare. Al di là dell'inchiesta io mi aspetto che lunedì il sindaco parli ai milanesi di quello che non stanno facendo, per esempio lo stadio di San Siro è un piccolo esempio del nulla, gli anni persi. Milano non può permettersi di rimanere ferma perché altrimenti rimaniamo indietro con le altre capitali europee", aggiunge il ministro riferendosi all’annuncio del sindaco Sala di un intervento lunedì in aula. Una speranza, quella delle dimissioni, che vorrebbe però anche dire trovare un nome da proporre più in fretta del previsto. "Dobbiamo trovare un candidato sindaco, ma a prescindere dalle inchieste. Io delle idee le ho, degli incontri li ho fatti. Ci sono persone che si metterebbero a disposizione per una Milano del futuro, a prescindere dalle inchieste che non cambiano la mia agenda politica chiederò agli alleati di scegliere in fretta, già in autunno".

Fontana: “Sala non deve dimettersi come non l’ho fatto io”

Sarà invece per garbo istituzionale e per necessità di rapporti, sarà perché anche lui ci è passato, il presidente della Lombardia, il leghista Attilio Fontana, intervistato su Radio anch’io, è netto, ma sul fronte opposto. "Sala deve dimettersi? Secondo me assolutamente no, per lo stesso motivo per cui non mi sono dimesso io. L'indagine giudiziaria deve fare il suo corso e alla fine si avrà una risposta. Io sicuramente sono molto più prudente, sono assolutamente convinto che sia assurdo che venga avvicinata la possibilità di una dimissione con un avviso di garanzia". E conclude: “L'avviso di garanzia è soltanto l'espressione di una delle due parti. L'altra parte avrà pur il diritto di difendersi, di spiegare quali sono i propri punti di vista, qual è la propria tesi e poi eventualmente soltanto dopo un confronto di questo genere potrà essere fatta una valutazione definitiva dal giudice con una sentenza".